Meteore, meteoriti e tectiti
Se guardando il cielo si scopre un oggetto luminoso attraversare rapidamente l'orizzonte, si è molto probabilmente assistito al passaggio di una meteora, entrata nell'atmosfera della Terra. Se a questo passaggio segue anche un impatto finale con la superficie terrestre, l'oggetto viene chiamato meteorite. Quando le meteore entrano nell'atmosfera, la loro superficie viene surriscaldata dall'attrito con l'aria ed esse bruciano fino a consumarsi completamente. L'intensità dell'attrito produce un involucro di gas luminosi di ampiezza assai maggiore delle dimensioni della meteora stessa. Una quantità innumerevole di questi bolidi penetra ogni giorno nella nostra atmosfera, anche se, per la maggior parte, si tratta di particelle minuscole come granelli d sabbia che si disintegrano incendiandosi per il calore prodotto dall'attrito. La loro fine fiammeggiante viene segnalata da scie di luce abbagliante: sono le <<stelle cadenti>>. Soltanto alcune meteore, provviste di maggiori dimensioni, resistono al passaggio nell'atmosfera per giungere all'impatto con la superficie. La maggior parte di esse va a cadere negli oceani con una media annua di una dozzina circa di osservazioni e di recuperi.
Fino a oggi sono stati raccolti circa 20OO esemplari di meteoriti. Esse vengono suddivise in tre gruppi, a seconda che la loro composizione sia a base di ferro-nichel, di materiale litico o litico-ferroso.
Dagli studi effettuati risulta che alcune di esse sono state scarsamente esposte al calore e alla pressione, mentre altre rivelano chiara mente di averne subito l'azione in misura assai notevole. L'interesse specifico degli scienziati è rivolto a quelle meteoriti che non presentano alterazioni di tale natura, perché come nel caso degli asteroidi, si tratta probabilmente degli unici esemplari di roccia che non furono sottoposti a modificazioni dopo la formazione del Sistema Solare. In uno studio comparativo, le rocce terrestri rivelano invece di aver subito, oltre all'azione del calore e delle pressioni esercitate dallo stesso pianeta anche le alterazioni provocate dall'acqua ed processi di ossidazione. Con l'impiego delle tecniche di datazione basate sulla radioattività si è potuto accertare che tanto le meteoriti quanto le rocce più antiche della Terra e campioni prelevati dal suolo lunare si formarono circa 4,6 miliardi di anni fa. Altre ricerche hanno rivelato che le singole meteoriti portano i segni di notevoli eventi d'urto verificatisi quando si staccarono da corpi planetari di maggiori dimensioni entrati in collisione fra loro.
Recentemente un gruppo di scienziati americani ha rinvenuto nell'Antartide delle particolari meteoriti contenenti carbonio, chiamate condriti carboniose. Trovate in un ambiente ove la contaminazione terrestre era minima, esse hanno attirato l'attenzione del mondo scientifico perché sembra che due di queste condriti contengano composti organici, probabilmente sottoprodotti di quel processo di evoluzione chimica che gli scienziati ritengono precedere il sorgere della vita. La collezione di meteoriti dell'Antartide poté essere rinvenuta grazie a una insolita situazione meteorologica e a particolari condizioni del ghiacciaio. Venti di forte intensità spazzarono via la neve e il ghiaccio dalle meteoriti e le lasciarono in vista sulla superficie dei ghiacciai.
Furono raccolti più di 300 di questi preziosi esemplari di meteoriti, i quali, dato il loro alto interesse, sono stati trattati con le stesse precauzioni dei campioni riportati dalla Luna: furono raccolti con guanti speciali, collocati in sacchi sterili e sigillati in contenitori di acciaio inossidabile.
Le tectiti sono piccoli corpi vetrosi, rinvenuti in molte località della Terra in quantità considerevoli. Le loro caratteristiche le differenziano dalla maggior parte di tutti gli altri oggetti di origine terrestre, e, fino a poco tempo fa, gli scienziati non erano del tutto certi della loro stessa natura.
Esse presentano una superficie che rivela l'effetto aerodinamico della velocità su un corpo in movimento attraverso lo spazio. Questo aerodinamismo della superficie e della forma indica che le tectiti si trovavano un tempo in uno stato di fusione odi semifusione. Esse sono composte da una sostanza vetrosa che presenta inclusioni e rivela una bella struttura di accrescimento interno ed esterno. Ciò fa supporre che in un certo periodo le tectiti fossero assai fluide, raggiungendo probabilmente temperature oltre i 2.000 °C. Sembrano essere passate attraverso un rapido processo di fusione, seguito da un altrettanto rapido raffreddamento. Queste caratteristiche di struttura differenziano le tectiti da qualsiasi altro materiale vetroso terrestre; pare anche da escludere un'origine vulcanica. Studi recenti hanno messo in evidenza il legame esistente fra i giacimenti di tectiti e i crateri di impatto meteoritico. L'età attribuita al materiale di impatto del cratere Riess in Germania è quasi identica a quella del giacimento di tectiti cecoslovacco: 300 milioni di anni. Il materiale di impatto rinvenuto nel Ghana, nel Cratere di Bosurntwi, ha rivelato la stessa età delle tectiti della Costa d'Avorio, e cioè circa 2.000 milioni di anni. Sarà necessario approfondire ulteriormente la ricerca per poter dare una spiegazione completamente soddisfacente dell'esistenza dei quattro giacimenti di tectiti rinvenuti sinora sulla Terra. Sebbene si ritenga ormai certo che il processo formativo fondamentale sia da ascrivere all'impatto meteoritico, il sito dell'impatto e i fenomeni particolari che vi sono coinvolti sono ancora oggetto di dibattito e di intenso lavoro di ricerca. Quanto al luogo di origine delle tectiti, una teoria ne considera probabile la provenienza dalla Luna.